Un CCL orientato al futuro
L’attuale contratto collettivo di lavoro del settore della falegnameria scade alla fine del 2020. Immagine: ASFMS
L’attuale contratto collettivo di lavoro del settore della falegnameria scade alla fine del 2020. Immagine: ASFMS
Un sì chiaro. I delegati ASFMS hanno approvato il nuovo CCL per il periodo 2022 a 2025. Ora spetta ai sindacati esprimersi: se da Unia e OCST arriverà un no, dal 1° gennaio 2021 i falegnami rischiano di restare senza contratto in una situazione resa già difficile dal Covid.
Ci sono voluti tre anni di trattative per arrivare, nell’estate scorsa, alla stesura di un nuovo contratto collettivo di lavoro (CCL) tra il comitato ASFMS e i partner sociali Unia e OCST; un accordo che prevede vantaggi per entrambe le parti sociali. Ai collaboratori delle falegnamerie associate il nuovo CCL offre infatti due giorni di vacanza in più all’anno, un orario di lavoro flessibile, la protezione contro stipendi bassi grazie al salario minimo, regolamenti avanzati e pratici, flessibilità anche per il conto ore straordinarie.
L’insieme delle nuove regole entrerà in vigore il 1º gennaio 2022, per una durata di quattro anni, se ci sarà il consenso delle parti. In considerazione del fatto che l’accordo dovrà ancora essere esaminato dalla Segreteria di Stato dell’economia (Seco) e dichiarato di obbligatorietà generale dal Consiglio federale, i partner contrattuali hanno chiesto, in via cautelare, la proroga dell’attuale CCL per il 2021.
Le misure anti-covid hanno imposto l’annullamento dell’assemblea di Dietikon per cui la votazione è avvenuta in forma scritta: i delegati hanno avuto tempo fino al 17 novembre per inoltrare le schede di voto che sono poi state conteggiate con un risultato chiaro. I delegati hanno approvato a larga maggioranza il nuovo CCL per il ramo delle falegnamerie sul periodo 2022 a 2025. Il progetto per un modello di pensionamento anticipato – anch’esso all’esame dei delegati – è stato invece respinto altrettanto chiaramente. Il deciso sì al nuovo CCL è un segnale forte da parte dei datori di lavoro per un’industria della falegnameria moderna, orientata al successo e attenta alle responsabilità sociali. Al contempo, l’approvazione della nuova convenzione rappresenta un chiaro impegno per lo sviluppo del settore a vantaggio di tutti.
I sindacati Unia e OCST sono ora chiamati a far sì che la loro base confermi in modo altrettanto convincente l’accordo raggiunto in estate sul nuovo CCL. «Una decisione negativa da parte dei sindacati colpirebbe duramente il settore in un momento già difficile e causerebbe gravi danni», rileva il presidente nazionale Thomas Iten. La domanda è se davvero i sindacati vogliono mettere a repentaglio un settore che collabora e che opera con successo, a risentirne sarebbe anche la formazione e il perfezionamento professionale. Per il presidente Thomas Iten è evidente che senza una convenzione contrattuale «le aziende associate e l’intero settore si vedrebbero privati di milioni di franchi all’anno, somme che investiamo nella formazione continua dei falegnami. Altrettando chiaro è il fatto che una decisione negativa da parte della base di Unia o di OCST spalancherebbe ancora più le porte del mercato svizzero agli imprenditori stranieri, senza che debbano tener conto né dei salari minimi né delle condizioni di lavoro».
Non si è voluto attendere tempi migliori per premiare gli apprendisti che hanno ottenuto la media più alta negli esami per l’attestato federale di capacità, riconoscendo così il merito per il loro impegno. La cerimonia in versione ridotta si è tenuta sabato al centro Arca di Gordola. Il presidente Renato Scerpella, con gli istruttori Ronnie Tunzi e Stefano Pellegrini, ha consegnato il premio a Robin Crotta di Camorino, formato dalla Falegnameria Losa di Sementina; Alessandro Armanni di Biasca, tirocinio da Enio Bianchetti di Iragna; Carmen Salmina di Golino che ha seguito la formazione presso la Falegnameria Thoma di Ascona. Nella foto da sinistra: Alessandro Armanni, Robin Crotta e Carmen Salmina; alle loro spalle Scerpella e Pellegrini.
Veröffentlichung: 26. November 2020 / Ausgabe 48/2020
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