Catapultato nella carica

Thomas Iten (51), da sei mesi Presidente centrale del VSSM. Immagine: ASFMS, Patrizio Ettlin

PRESIDENTE VSSM.  Thomas Iten è in carica da sei mesi alla testa dell’associazione svizzera dei falegnami. Nell’intervista parla di un debutto turbolento e delle grandi sfide che il settore economico dovrà affrontare nei prossimi mesi.

SCHREINERZEITUNG: Come si riconosce nel ruolo di primo falegname dopo sei mesi dalla nomina?
THOMAS ITEN: Sì, mi sono inserito bene. Ho certo avuto la fortuna di potermi preparare dato che la mia candidatura è stata annunciata in anticipo. Anche i delegati hanno contribuito alla mia buona entrata in servizio: mi hanno eletto all’unanimità, cosa che non è evidente, e per questo ne sono molto grato. Sono membro del consiglio centrale da sette anni, due dei quali da vicepresidente. Perciò non è molto diverso, anche perché il mio predecessore Ruedi Lustenberger mi aveva fortemente coinvolto nei processi decisionali.
Subito dopo la sua nomina è sorto un grosso problema: il direttore Daniel Borner ha annunciato le dimissioni.
È successo durante la seduta costituente del consiglio centrale e ha lasciato sorpresi me e tutta la commissione in quanto all’inizio avremmo potuto contare sull’esperienza pluriennale del direttore. Certo è stato un atto riprovevole, ma questa situazione la si può vedere anche in modo positivo: sono stato più velocemente catapultato nella carica. Al concorso hanno partecipato un centinaio di candidati, molti ben qualificati, e col sostegno di una ditta di consulenze abbiamo poi condotto parecchi colloqui. La scelta è caduta su Mario Fellner e ci rallegriamo con il nuovo direttore che inizierà già a partire dal 1º febbraio 2017.
Oltre alla scelta del direttore, ci sono altre faccende che non le danno tregua.
In realtà avevamo parallelamente grandi argomenti da affrontare. Un tema centrale è stata la nuova trattativa sul CCL per l’anno 2018. Abbiamo avuto un dialogo molto buono coi sindacati; tuttavia queste trattative sono difficili e ci si confronta duramente. Speriamo comunque che il contratto si mantenga fino alla fine di marzo 2017. Un punto spinoso è sicuramente il prepensionamento flessibile rivendicato dai sindacati. Altri argomenti importanti sono il prolungamento dell’obbligatorietà generale per il 2017 e le trattative sui salari minimi.
Il presidente analizza sempre le debolezze del settore. Dove stanno le difficoltà?
Le falegnamerie sono costantemente sotto pressione da parte della concorrenza straniera a causa del franco forte che siamo riusciti a resistere ma è ancora percettibile, specialmente con i prodotti industriali finiti. Contro ciò la campagna «Propi svizzer» è certamente un buon rimedio. Certo non ci possiamo fare molte illusioni: alla fine conta il rapporto tra qualità e prezzo, e non significa che il prezzo deve essere quello più basso. La differenza la possiamo fare con un miglior servizio, e le piccole imprese con una specializzazione nei mercati di nicchia.
Gli artigiani dell’edilizia in Ticino combattono la concorrenza estera con l’Albo Lia: è obbligatorio registrarsi e avere una buona reputazione. Sarebbe una soluzione?
Ammetto che invidio un po’ i ticinesi per il coraggio di applicare la Lia. Certo non si può creare ora una legge per ogni cantone che complica il lavoro: pensi solo al dispendio amministrativo. La concorrenza dall’estero è un problema che solo tutti assieme dobbiamo ostacolare, mentre gli interventi cantonali contraddicono il mio pensiero liberale. Devo comunque concedere ai colleghi ticinesi che la Lia ha generato un’importante discussione.
Quali sfide attendono l’associazione nel prossimo futuro?
La digitalizzazione cambierà la professione del falegname, formando più specialisti nella progettazione e nel controllo delle macchine, come pure quale disegnatore d’interni e pianificatore sanitario, e comunque la formazione classica sarà garantita.
www.vssm.ch

CCA

Veröffentlichung: 12. Januar 2017 / Ausgabe 1-2/2017

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