Contrastare la mala edilizia


Una novantina i parte-cipanti all’incontro organizzato dall’associazione dei falegnami e Ascoleti per fornire ai propri associati le informazioni di base per essere in regola dal 1° agosto. Immagine: Vania Castelli
Una novantina i parte-cipanti all’incontro organizzato dall’associazione dei falegnami e Ascoleti per fornire ai propri associati le informazioni di base per essere in regola dal 1° agosto. Immagine: Vania Castelli
L’albo degli artigiani è una realtà. Dal 1° agosto sarà obbligatorio per le imprese che operano in Ticino siano esse locali, svizzere o estere. Più di 160 finora le richieste d’ammissione pervenute alla Commissione della vigilanza Lia.
La nuova Legge sulle imprese artigianali (Lia), in vigore dal 1º febbraio, è uno strumento voluto dall’Unione delle associazioni dell’edilizia (UAE) per favorire la qualità dei lavori delle imprese artigianali che operano sul territorio cantonale, migliorare la sicurezza (dal profilo sociale) dei lavoratori, prevenire gli abusi nell’esercizio della concorrenza, istituire – tassello fondamentale – un albo delle imprese artigianali, al quale sono tenute ad iscriversi le aziende che operano in Ticino. L’associazione dei falegnami e l’Ascoleti hanno pertanto organizzato mercoledì della scorsa settimana un’incontro per fornire ai propri associati (una novantina i partecipanti) le informazioni di base per essere in regola, invitando la direttrice della Commissione di vigilanza Lia, Cristina Bordoli Poggi.
L’albo Lia permetterà, dal 1º agosto, di certificare che gli iscritti ottemperino ai disposti di legge; consentirà inoltre di fornire al committente, pubblico o privato, garanzie per una delibera attenta e ragionata. Annunciarsi all’albo sarà obbligatorio per tutte le ditte che operano sul territorio cantonale, quindi ticinesi, svizzere ed estere.
Le imprese già in attività al 1º febbraio dovranno compilare online la domanda di adesione entro il 31 luglio, in questo periodo di transizione continueranno ad operare fino all’emissione della decisione formale da parte della Commissione di vigilanza Lia.
Le nuove imprese (non ancora in attività al 1º febbraio) dovranno essere iscritte prima di iniziare l’attività in Ticino. L’iscrizione è subordinata all’esistenza di determinati requisiti professionali e personali che il titolare o membro dirigente (ossia colui che partecipa effettivamente alla gestione dell’impresa con una presenza di almeno il 50 %) dovrà comprovare: attestato federale di capacità (AFC) e 3 anni di esperienza professionale. In mancanza di un titolo di studio è richiesta una pratica professionale maggiore – 5 anni – comprovata sempre nel settore e (aggiunta dell’ultima stesura del regolamento) in Svizzera. La Commissione può anche convocare il richiedente per una verifica tecnica delle conoscenze professionali nel settore specifico; per aiutare a condurre le procedure di audit le 13 associazioni dell’UAE hanno designato dei referenti tecnici. «Sono paletti abbastanza stretti che dà la legge» ha detto Cristina Bordoli Poggi, la quale ha però aggiunto che occorre prevedere potenziali deroghe per non lasciare fuori quelle aziende che comunque hanno esperienza e competenza. Chi sgarra potrà infine incorrere in procedimenti disciplinari che possono arrivare a sanzioni di 30 000 franchi fino alla radiazione dall’albo che significa non più lavorare in Ticino.
L’iscrizione all’albo costa 1500 franchi per le aziende affiliate all’UAE e 2000 franchi per i non associati; 300 franchi per il rinnovo annuale. Contributi richiesti perché il tutto dovrà essere autofinanziato e si baserà sulla collaborazione tra la Commissione di vigilanza Lia (che assumerà nei prossimi mesi dei propri ispettori) con altri enti presenti sul territorio: commissioni paritetiche, AIC, ispettorato del lavoro.
Il presidente Francesco Lurati ha illustrato l’iter «complicato» che ha portato alla Lia, il cui esito positivo è da ricondurre «alla collaborazione tra governo, parlamento e associazioni di categoria che hanno dato il contributo di loro competenza». Lurati ha tenuto in particolare a ringraziare chi, nel 2012, ha permesso di tradurre in legge le preoccupazioni dell’UAE, ossia i granconsiglieri Paolo Pagnamenta, Michele Barra, Gianni Guidicelli e Saverio Lurati, così come il relatore del rapporto parlamentare Giorgio Galusero, il consigliere di Stato Claudio Zali e non da ultimo «Cristina Resmi, segretaria dell’UAE, per la sua professionalità e audacia».
www.albo-lia.chwww.ascoleti.chVeröffentlichung: 03. März 2016 / Ausgabe 9/2016
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