Conciliabilità, c’è necessità di agire

Le donne tendono a lasciare il settore della falegnameria intorno ai 30 anni. Immagine: VSSM

Sondaggi VSSM.  I modelli di vita sono cambiati e così anche le aspettative sulle condizioni di lavoro: L’indagine commissionata dalla VSSM mostra che c’è la necessità intervenire e di adottare pertanto nuovi modi per conciliare lavoro e vita privata.

In alcuni settori professionali è pratica comune offrire ai dipendenti modelli di lavoro flessibili, come ad esempio il lavoro a tempo parziale, ad orari flessibili o in modalità home office. Nell’industria delle costruzioni questi modelli sono invece ancora rari, infatti molto poco si sa su aziende che già offrono tali opportunità e con quale frequenza. Un’indagine della VSSM, lanciata nel novembre scorso, ha voluto capire quali sono le aspettative dei falegnami e valutare la rilevanza attribuita alla conciliazione per determinare gli elementi che la favoriscono.

Fine ultimo del sondaggio permettere alla VSSM di disporre di dati e informazioni utili a definire le misure da intraprendere per migliorare la relazione tra lavoro e famiglia così da continuare ad attrarre e a trattenere lavoratori qualificati, sui quali tanto si è investito, e assicurare quindi attrattività alle falegnamerie associate.

Circolo virtuoso di benefici

Conciliare lavoro e famiglia è un’esigenza avvertita, gli imprenditori ne sono consapevoli come emerge chiaramente dal sondaggio. Renato Scerpella, presidente ASFMS Ticino: «L’impegno di un’azienda attorno al tema può attivare un circolo virtuoso di benefici che l’analisi commissionata dalla VSSM mette bene in evidenza. Si parla di ricadute positive in termini di produttività e motivazione dei dipendenti, che hanno a loro volta una buona influenza sull’immagine dell’azienda e del datore stesso. Il passo verso modelli di lavoro flessibili implica nondimeno una coordinazione aziendale non indifferente: le aziende portate ad esempio dall’indagine, e sulle quali la VSSM intende portare l’attenzione, potranno essere fonte di valutazione».

638 dipendenti hanno partecipato

All’inchiesta hanno partecipato 350 imprenditori: 170 erano microimprese con un massimo di 9 dipendenti, altre 165 erano PMI con un numero di dipendenti compreso tra 10 e 49 e infine 15 erano aziende con oltre 50 dipendenti. La ricerca ha coinvolto pure 638 dipendenti, il 78% occupato a tempo pieno e il 22% a tempo parziale.

Il 10 per cento non è soddisfatto

Incoraggiante è il fatto che il 45% dei dipendenti intervistati riesce a conciliare bene lavoro e vita privata, un altro 45% piuttosto bene, il 10% dichiara invece di avere difficoltà a destreggiarsi. Buone le valutazioni espresse nei riguardi dei datori di lavoro, in particolare per la libera scelta delle ferie, la flessibilità in caso di assenze brevi e urgenti e la fruizione di permessi non retribuiti. Più della metà dei dipendenti afferma che formazione e aggiornamento sono promossi nella propria azienda e più del 90% ritiene di essere trattato in modo equo nella crescita professionale.

L’indagine mostra inoltre che i quadri hanno più difficoltà a conciliare lavoro e famiglia, e che sono le donne tra i 30 e i 40 anni ad abbandonare completamente o temporaneamente il settore. Dai risultati emergono infine le aree che hanno un potenziale di miglioramento: forte richiesta di lavoro part-time (in particolare per le persone tra i 36 e i 45 anni); sostituzioni in caso di assenze brevi; molte ore extra; poca influenza sulla pianificazione delle risorse; praticamente nessun servizio per i dipendenti con obblighi di assistenza all’infanzia; poche donne in squadra.

Pubblicato sul sito vssm.ch sotto «cifre & fatti» (in tedesco), il sondaggio è stato condotto dall’ufficio UND di Zurigo e sostenuto dall’Ufficio federale per l’uguaglianza fra donna e uomo (UFU).

www.vssm.ch

Vania Castelli

Veröffentlichung: 09. Juni 2022 / Ausgabe 19/2022

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